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Regolamento condominiale: animali domestici e come gestirli

Hai un animale domestico, abiti in uno stabile e non sai cosa puoi o non puoi fare per far sì che la convivenza tra te e il tuo amico a quattro zampe sia pacifica con il resto del condominio?
Vediamo insieme quanto la conoscenza del regolamento condominiale e le norme sul tema, in generale, possano evitare il rischio di conflitti e incomprensioni con i vicini.

Che cosa si intende per animali domestici e come vengono considerati dalla legge

In primis, è giusto e necessario capire che cosa si intende per “animale domestico”. Di certo le ambiguità non si possono creare se pensiamo a cani, gatti o canarini! Ma la questione si fa più spinosa se ci riferiamo a serpenti, ragni, conigli, furetti e via dicendo. La legge, infatti, non è chiara rispetto a questa tipologia di animali che destano un interesse sempre crescente e abitano gli appartamenti di un numero sempre maggiore di persone. Ad ogni modo, a dissipare i dubbi, può correre in riparo proprio il regolamento di condominio, con regole specifiche in merito.

Quel che è inconfutabile è che l’aggiunta del nuovo articolo 1138 del codice civile, voluto dalla Presidente e fondatrice della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, Michela Vittoria Brambilla, fa dei pet, a tutti gli effetti, membri della propria famiglia. Tale supplemento ha lo scopo di non inibire la scelta personale di coabitare con un animale domestico.

Quando è possibile vietare la detenzione di un animale domestico

Vietare la detenzione di un pet è possibile solo nel caso in cui il condòmino è in un appartamento in affitto: il proprietario in questa situazione può dichiarare nel contratto di allocazione che non desidera nel suo appartamento animali domestici. Nella fattispecie, si tratta di accordi che esulano dal regolamento di condominio.

Diritti e doveri del proprietario dell’animale

Che si tratti di un cane o di un gatto – prendiamo in considerazione gli animali domestici per eccellenza – questi devono essere gestiti dal proprietario e quando il buon senso viene meno, entrano in gioco le norme. Il proprietario deve controllare e sorvegliare il proprio animale da compagnia affinché non arrechi danni né agli altri, né alle strutture.

Il cane può restare libero nelle parti condominiali comuni?

Il cane può trovarsi nelle parti comuni come ad esempio il giardino o l’ascensore condominiale, ma il proprietario deve essere capace di gestirlo ed è responsabile del suo controllo e della sua conduzione per non nuocere la tranquillità e l’incolumità degli altri, altrimenti risponderà civilmente e penalmente dei danni e delle lesioni arrecate.
Quali sono quindi, gli strumenti di cui avvalersi per avere in mano il controllo della situazione? L’utilizzo del guinzaglio – mai più lungo di 1,50 metri- , ed eventualmente, la museruola che deve essere fatta indossare al cane in caso di necessità e in ascensore.

Fonte: Ministero della Salute, nell’ordinanza 6.8.3023. Gazzetta Ufficiale 6.09.13

Il proprietario ha anche altri obblighi tra cui dotarsi di paletta e busta per la pulizia delle deiezioni del proprio pet. Prima di ogni cosa però, ogni detentore di un cane deve obbligatoriamente registrare il proprio animale all’anagrafe canina e, previa visita veterinaria, dotarlo di microchip; vaccinarlo (stesso discorso vale per i gatti) dalle patologie per cui è a rischio; procedere con la sverminazione ed infine, con l’applicazione di un antiparassitario.

È bene ricordare, tra gli altri doveri, che, chi convive con un cane, non può lasciare il proprio animale solo in casa o sul balcone, se disturba gli altri condomini insistentemente e se rischia di disviluppare danni al suo benessere psicofisico. Per azioni di questo tipo il proprietario può andare incontro a reati di abbandono di animali o di disturbo della quiete pubblica (fermo restando il concetto di tollerabilità a cui accenneremo a breve). Per stabilire con certezza che questi limiti siano superati, sarà necessario procedere ad un accertamento tecnico.

Quando può avvenire l’allontanamento dell’animale domestico?

Esiste una sola ed unica motivazione per far sì che l’animale domestico venga allontanato dalla propria abitazione ed è relativa ai problemi igienico-sanitari, o di disturbo qualora venga riconosciuto come pericoloso, il tutto verificato e documentato dal punto di vista medico tramite veterinari o ASL.

Se il cane abbaia in condominio?

Partiamo dal presupposto che i cani, come tutti gli esseri viventi, hanno il diritto di esprimersi e il loro modo per farlo è l’abbaio. In tal caso, la pazienza è la prima arma da mettere in campo, nel caso in cui sentissimo il cane del vicino abbaiare. La seconda è appunto, tollerabilità nel valutare le situazioni a seconda del contesto: se infatti il cane dovesse abbaiare poco prima o poco dopo l’orario segnalato nel regolamento condominiale, l’unico strumento da utilizzare è il buon senso.
Altro discorso è se il proprietario è incurante delle disposizioni condominiali e agisce senza rispetto nei confronti del prossimo.

L’importanza di una formazione per la gestione del proprio cane dentro e fuori la propria abitazione è un aspetto da non prendere sotto gamba, non solo per il rispetto delle norme e dei regolamenti condominiali, ma per il bene dell’animale stesso. Un cane che vive con un proprietario che non sa caprine le esigenze e i bisogni specifici, sarà un cane non solo poco soddisfatto e infelice, ma quasi sicuramente, non sarà gestito e condotto nel modo più giusto, né nel proprio appartamento, né nel condominio, né nel proprio Comune.

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