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Case Green 2030

Case Green 2030: cosa succede ai condomini nel 2030?

Nella seduta di martedì 12 marzo 2024, il Parlamento europeo ha approvato definitivamente le nuove normative mirate a ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas serra nel settore edilizio, conosciute comunemente come “direttiva case green”, “Case Green 2030” o “Energy Performance of Building Directive (EPBD)“. E ora, la nuova direttiva europea “case green” (EPBD – Energy Performance of Building Directive) è ufficialmente legge dell’Unione europea. La direttiva (UE) 2024/1275 sulla prestazione energetica nell’edilizia è stata pubblicata sull’8 maggio 2024 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. Il testo è entrato in vigore il martedì 28 maggio 2024, venti giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. I singoli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire i suoi contenuti. Alcune misure dovranno essere implementate già nei prossimi mesi.

Cosa succede se non si adegua la casa al decreto Case Green 2030 entro il 2030?

Al momento, la direttiva non contempla sanzioni specifiche per chi non adeguerà i propri immobili ai nuovi standard entro i termini stabiliti, né sono previste limitazioni alla vendita o all’affitto delle abitazioni per coloro che non possiedono il “bollino verde” dell’Unione Europea.

Tuttavia, la decisione su eventuali sanzioni spetta ai singoli governi nazionali, che potrebbero introdurre misure punitive in caso di mancata conformità. Inoltre, è possibile che gli immobili non conformi subiscano una perdita automatica di valore sul mercato immobiliare, poiché la domanda potrebbe preferire edifici che rispettano gli standard ambientali più recenti e sono più efficienti dal punto di vista energetico.

È importante monitorare le decisioni e le normative dei singoli stati membri per comprendere appieno le conseguenze legali e economiche per i proprietari di immobili non adeguati ai nuovi requisiti energetici.

Case Green 2030: nuove norme sulla prestazione energetica degli edifici

L’obiettivo immediato è quello di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030. Un vincolo cruciale è rappresentato dal requisito di garantire almeno il 55% di riduzione del consumo medio di energia primaria attraverso la ristrutturazione degli edifici a bassa prestazione energetica, quelli cioè che attualmente consumano più energia.

La nuova direttiva “case green” avrà un impatto immediato sul calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici e sulle norme relative alla certificazione energetica e al progetto edilizio.

Concretamente, ci si dovrà preparare a un nuovo Attestato di Prestazione Energetica (APE) e a una nuova relazione energetica di progetto. La direttiva EPBD introduce requisiti più rigorosi per la progettazione di edifici ad alte prestazioni energetiche.

Secondo le previsioni, entro il 2030 sarà necessario ristrutturare il 15% degli immobili classificati nelle categorie energetiche F e G, mentre entro il 2033 il 26% degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche dovrà essere migliorato. Ciò implica la riqualificazione di oltre 500.000 edifici pubblici e circa 5 milioni di edifici privati con prestazioni energetiche inferiori, rappresentando una sfida significativa per il settore edilizio nei prossimi anni.

I principali paletti della nuova direttiva sui requisiti di prestazione energetica degli edifici possono essere riassunti come segue:

  • Edifici residenziali nuovi: a partire dal 2030, dovranno essere costruiti a emissioni zero.
  • Edifici pubblici nuovi: a partire dal 2028, dovranno essere costruiti a emissioni zero.
  • Edifici residenziali esistenti: entro il 2030, è prevista una riduzione del consumo medio di energia primaria di almeno il 16%. Entro il 2035, tale riduzione dovrà essere aumentata a almeno il 20-22%.
  • Edifici non residenziali esistenti: entro il 2030, è prevista una riduzione del consumo medio di energia primaria di almeno il 16%. Entro il 2033, tale riduzione dovrà essere aumentata a almeno il 26%.

Cos’è una casa Green?

Secondo la direttiva, un edificio “a emissioni zero” è caratterizzato da un fabbisogno energetico molto basso o nullo, con produzione zero di emissioni di carbonio da combustibili fossili sul sito e emissioni operative di gas serra ridotte al minimo. Un edificio “a energia quasi zero” è altrettanto efficiente, con un fabbisogno energetico bassissimo o quasi nullo, la cui necessità energetica è principalmente soddisfatta da fonti rinnovabili, inclusa l’energia generata localmente o nelle vicinanze.

Le “case green” sono edifici che possono essere definiti come segue:

  • A emissioni zero o quasi zero: questi edifici hanno una domanda molto bassa di energia e non emettono carbonio da combustibili fossili in loco. Le emissioni operative di gas serra sono pressoché nulle o molto basse.
  • Copertura totale con energia da fonti rinnovabili: il consumo totale annuo di energia primaria dell’edificio è completamente soddisfatto da energia proveniente da fonti rinnovabili. Questa energia può essere generata in loco, fornita da una comunità di energia rinnovabile, o provenire da un sistema efficiente di teleriscaldamento/teleraffrescamento, o da altre fonti prive di carbonio.
  • Ottimizzazione per la produzione di energia solare: gli edifici sono progettati per massimizzare l’uso dell’irraggiamento solare del sito. Sono predisposti per l’installazione di tecnologie solari efficienti e convenienti.

Solar-ready

Gli Stati membri sono tenuti a garantire che i nuovi edifici siano “solar-ready”, cioè pronti ad ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sui loro tetti. L’installazione di tali impianti diventerà la prassi standard per i nuovi edifici.

Per quanto riguarda gli edifici pubblici e non residenziali già esistenti, l’energia solare dovrà essere installata gradualmente a partire dal 2027, purché sia tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile. Queste disposizioni entreranno in vigore in tempi diversi a seconda della tipologia e delle dimensioni specifiche di ciascun edificio.

La direttiva impone l’installazione obbligatoria di pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e non residenziali, con un piano progressivo che va dal 2026 al 2030. A partire dal 31 dicembre 2026, tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 metri quadrati dovranno essere dotati di pannelli solari, conformemente ai requisiti stabiliti dalla direttiva.

Case green 2030: stop a caldaie a combustibili fossili

La direttiva propone una strategia graduale anche per quanto riguarda l’utilizzo delle caldaie alimentate da combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento.

A partire dal 1° gennaio 2025, sarà necessario sospendere i sussidi per l’installazione di caldaie autonome che utilizzano combustibili fossili.

Gli Stati membri sono chiamati a sviluppare piani dettagliati per eliminare gradualmente l’uso dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento. L’obiettivo finale è eliminare completamente le caldaie alimentate da combustibili fossili entro il 2040.

I Paesi dell’Unione Europea avranno un periodo di tempo fino al 2040 per eliminare completamente le caldaie a gas. Tuttavia, già a partire dal 2025, le agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali non saranno più consentite. Saranno invece ammesse agevolazioni per gli impianti ibridi, che combinano una caldaia a gas con una pompa di calore. Questo segna un primo passo significativo verso una transizione verso sistemi di riscaldamento più sostenibili e a basse emissioni di carbonio.

Cosa succederà ai vari Bonus?

La Direttiva “case green 2030” avrà un impatto significativo sui bonus edilizi, compresi ecobonus e agevolazioni per le caldaie, che non potranno più essere incentivati a partire dal 2025. La direttiva stabilisce che le risorse dei paesi membri dovranno essere prioritariamente destinate a interventi che assicurano un risparmio energetico minimo.

Oltre alla possibilità di utilizzare detrazioni fiscali e crediti d’imposta, la EPBD introduce anche forme di sostegno quali sconti diretti sulle fatture dei cittadini.

In sintesi, la Direttiva “case green” rappresenta un passo decisivo verso edifici più sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico in tutta l’Unione Europea. Con l’introduzione di norme stringenti e mirate a ridurre l’impatto ambientale degli edifici, dalla promozione di energie rinnovabili all’eliminazione progressiva delle caldaie a combustibili fossili, la direttiva stabilisce nuove direzioni per il settore edilizio europeo. I cambiamenti previsti includono modifiche nei bonus edilizi, con un’attenzione prioritaria agli interventi che garantiscono risparmi energetici significativi e sostenibili. Questo quadro normativo non solo mira a migliorare la qualità dell’ambiente costruito, ma anche a promuovere un uso più responsabile delle risorse energetiche, preparando il terreno per una transizione verso un futuro più “green”.

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