21 Lug Stalking condominiale: di cosa si tratta e come tutelarsi
L’argomento di cui parleremo oggi esula da tutti i temi che abbiamo trattato fino ad ora. Sarà capitato a tutti di essere coinvolti o di assistere ad una lite condominiale tra dirimpettai…bene, l’oggetto del nostro articolo riguarda ben altro tipo di episodi che sono riconducibili allo stalking in condominio. È stata la stessa Corte di Cassazione a ritenere che si trattasse di un reato di atti persecutori che configurano una fattispecie speciale rispetto ai reati di minaccia e molestie.
Le due tipologie di molestie condominiali
Facciamo chiarezza e cominciamo con il definire due diversi tipi di molestie:
- Comportamenti persecutori reciproci.
Non si tratta di stalking e il conflitto può essere risolto con l’intervento di un mediatore, come ad esempio, l’amministratore di condominio. - Il reato di stalking.
Qui gli atti persecutori sono rivolti in modo unilaterale nei confronti di un condomino o un gruppo di essi.
Come si può provare lo stalking condominiale?
Quello dello stalking condominiale è un reato che rientra nella vasta categoria di stalking e come tale, per essere provato, ha degli elementi caratteristici peculiari:
- gli atti persecutori;
- la reiterazione da parte dello stalker;
- i danni psico-fisici riportati dalla vittima sotto il profilo dell’ansia e dello stress patiti;
- il nesso causale tra il danno e gli atti persecutori.
Per quel che riguarda le prove, la vittima deve conservare email, telefonate da portare in tribunale e può avvalersi di testimoni.
Inoltre, deve essere dimostrato che gli atti molesti abbiano provocato danni di tipo psico-fisico attraverso un certificato medico che attesti la violenza subìta: stress, traumi, lesioni personali etc…
Che cosa fare per difendersi dallo stalking condominiale
Prima di ricorrere a strumenti legali quali la denuncia, il condòmino vittima può cercare un dialogo con chi lo perseguita ma, se quest’ultimo continua con i suoi atti molesti, è necessario non perdere altro tempo e rivolgersi in primis all’amministratore mettendolo a conoscenza attraverso una raccomandata A/R.
Ci teniamo a precisare che secondo la legge, lo stalking condominiale prevede che le azioni di disturbo debbano ripetersi nel tempo ed essere attestate da testimoni. In più, il reiterarsi di comportamenti e atti negativi devono provocare uno stato di timore e ansia nel singolo o in più persone coinvolte.
È chiaro che in casi del genere la mediazione dell’amministratore spesso non risolve la questione dato che può intervenire direttamente solo se vengono violate norme del regolamento di condominio. Ad ogni modo, tale figura rimane molto utile nel caso di ricostruzione della vicenda, se si procederà per via giudiziaria.
L’ammonimento
Se, come abbiamo detto, il coinvolgimento dell’amministratore di condominio come mediatore non ha risolto la situazione, il secondo step prevede la presentazione da parte della vittima di una richiesta di ammonimento al Questore.
Si tratta di un avviso in extremis posto al persecutore con cui viene avvisato della possibilità di dover rispondere penalmente del reato di stalking aggravato. L’ammonimento può essere presentato presso un Comando dei Carabinieri, Commissariato di P.S. o Ufficio di Polizia Locale e successivamente viene inoltrato dalle stesse Forze dell’Ordine al Questore competente per territorio.
Con il decreto di ammonimento il Questore ammonisce oralmente il soggetto nei cui confronti è stato richiesto il provvedimento, invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge e redigendo processo verbale. Copia del processo verbale è rilasciata al richiedente l’ammonimento e al soggetto ammonito.
La querela
Quando, a differenza di quanto sperato, l’ammonimento non sortisce gli effetti sperati, il passo successivo è quello della querela. Si tratta di un atto di tutela gerarchicamente più importante dello strumento precedente e può essere sporta entro sei mesi dai fatti incriminati.
Per sporgere querela è necessario recarsi in Caserma o rivolgersi ad un avvocato penalista: a questo punto partiranno le indagini e verranno attivate alcune misure cautelari, tra cui l’allontanamento da casa o persino il carcere.
La denuncia porta all’apertura di un procedimento di tipo penale che prevede delle indagini e un processo nei confronti dello stalker che se dichiarato colpevole, dovrà scontare da un minimo di 6 mesi a un massimo di 5 anni di reclusione, che possono subire un aumento in questi 3 casi:
- lo stalker ha un legame affettivo con la vittima,
- la vittima è una donna incinta, un minore o un disabile,
- lo stalker ha agito utilizzando un’arma oppure strumenti informatici
Il divieto di avvicinamento
Come abbiamo accennato precedentemente, il giudice può disporre che lo stalker non debba avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla sua vittima o dai suoi congiunti e nei casi più gravi può stabilire il divieto di dimora per il quale il persecutore ha il divieto di dimorare in uno specifico luogo. Può dunque decidere l’allontanamento dal condominio imponendo di non superare una certa distanza dallo stesso. Sarà l’amministratore di condominio ad informare, attraverso una comunicazione ufficiale, i condòmini dello stabile.
Sei vittima di stalking condominiale? Parlane con l’amministratore del tuo condominio e se la situazione è grave, vai subito in Caserma!
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